Poundworld e il Retail che chiude e apre.
Il Retail che cambia volto!
Poundworld, catena di negozi inglese, è entrata in amministrazione controllata, mettendo a rischio circa 5.000 posti di lavoro.
E’ passato un altro weekend con un’altra catena di alto profilo che ha annunciato chiusure di negozi.
Il colosso britannico si unisce a House of Fraser e Marks and Spencer, in un diffondersi di notizie che hanno vedono mettere a rischio posti di lavoro e cambiare il volto di molti centri commerciali della città di tutto il mondo industrializzato.
Storie (e marchi) diversi, con un unico comun denominatore: la reticenza del pubblico a recarsi nei giganteschi agglomerati commerciali dove fino a pochi anni fa venivano effettuati gli acquisti più importanti.
Dal 2010 al 2013 l’afflusso è diminuito del 50%, e anche un’azienda come Gamestop, che ha sempre potuto contare su una clientela assai fidelizzata, ora si vede costretta a correre ai ripari e a rinunciare ad almeno 150 negozi, a causa delle preferenze dei consumatori che ora si orientano maggiormente sugli store online e sul supporto digitale.
In Italia non c’è (ancora) nessuna apocalisse in vista: nel 2016 si contavano 943 centri commerciali e pure nei primi mesi del 2017 ne sono stati inaugurati di nuovi. A subire maggiormente gli effetti della crisi, invece, sembrano essere i negozi più piccoli che chiudono al ritmo di uno su dieci, per un totale di oltre 90mila esercizi commerciali in meno dal 2016 al 2017, secondo il report Confesercenti – Elaborazione su dati Istat e Registro delle imprese. Al primo postotra le categorie più colpite ci sono i negozi del tessile-abbigliamento, il cui numero si è ridotto di un quinto a poco più di 127mila negozi (-20% di boutique), che deve difendersi dall’avanzamento delle grandi catene di low price e fast fashion, seguito da ferramenta e costruzioni (-19,9%), macellerie (-17%), oreficerie, profumerie (-17,5%) e librerie (-17%).
E ora ti facciamo una domanda:
Vorremmo scoprire quale impatto hanno i cambiamenti nel luogo in cui ti trovi e cosa pensi che dovrebbe essere fatto al riguardo. Cosa si dovrebbe fare per sostituire i negozi e le grandi catene nelle strade principali? Uno scrittore ha recentemente affermato che non servono solo nuove tipologie di negozio, ma nuove idee, inclusi spazi condivisi che generano l’interazione con la comunità. Hai un’idea che pensi possa funzionare? Hai mai assistito al fallimento di una delle strade in cui vivi, dove prima c’erano negozi e ora non ci sono più? Cosa ha generato questo cambiamento? Sono aumentati gli empori cinesi? Si sono svuotate le strade?
Raccontaci le tue idee ed esperienze.
Se hai una soluzione potenziale innovativa o hai visto un’idea lavorare in una comunità vicino a te, vorremmo sentirne parlare. Condividi le tue opinioni tra i commenti!