Le lezioni più inaspettate che 5 CEO hanno imparato nel 2020

Tra il caos, i cambiamenti e tutte le grandi perdite che ci ha riservato il 2020, senza dubbio c’è stato molto da imparare. Lo scorso anno ha spinto molti di noi, tra cui anche i capi di grandi aziende, a fare delle scoperte improvvise.

Di seguito sono riportate le testimonianze di cinque CEO su ciò che inaspettatamente gli ha insegnato il 2020. Per molti leader, questo anno ha offerto un punto di vista nuovo riguardo a cosa sia prioritario all’interno di un’azienda, nella propria vita e in quella di chi lavora per loro. Alcune tra queste lezioni di vita li hanno sorpresi, altre li hanno rafforzati e resi più carichi per questo nuovo anno.

DAN SPRINGER, CEO di DOCUSIGN :

“Sono molto più estroverso di quanto pensassi, è stato difficile per me non vedere i colleghi in ufficio tutti i giorni o incontrare di persona i nuovi dipendenti. Ho imparato a riservare più tempo per ricreare questo tipo di interazioni anche da remoto, virtualmente, per cercare di rimediare alla mancanza”

JULIE BORNSTEIN, CEO di THE YES :

“Ho imparato che gli adulti non vanno al lavoro solo per lavorare, proprio come non mandiamo i nostri figli a scuola solo per imparare e le persone non vanno al ristorante solo per mangiare. L’interazione umana è essenziale per il nostro benessere, anche se la tecnologia si è sviluppata a un livello tale da evitarci anche di andare fisicamente in un posto”

JOEL FLORY, CEO di VSCO :

“Quest’anno ha messo a dura prova la nostra pazienza e la nostra resilienza. Pur essendo una persona che non crede che ci debba essere per forza una lezione da imparare in ogni situazione difficile, quest’anno passerà sicuramente alla storia. Ci sono state settimane che sembravano un unico lungo giorno, un meeting su Zoom dopo l’altro. Niente mi da più gioia che condividere un pasto con qualcuno, parlando di business anche solo per divertimento, e non essere stato in grado di poterlo fare mi ha messo a disagio. Ma siamo riusciti a resistere, giorno dopo giorno. Quindi la resilienza è ciò che ricorderò maggiormente del 2020. Il mio scopo per il 2021 è quello di tentare di costruire delle connessioni più profonde con i miei dipendenti e con le persone a cui tengo. Proprio questo tipo di relazioni mi ha aiutato a superare l’anno passato, per questo miro ad essere ancora più partecipe”

ENRICO FREZZA, CEO di PEACE OUT :

“Peace Out è la mia prima azienda, sono a capo di 20 persone, e anche questa è una novità per me. Prima della pandemia, pensavo di conoscere bene il potere del lavoro di squadra, ma quando è arrivato il COVID-19 il team si è riunito alla velocità della luce per cercare di ideare da zero una nuova strategia per ogni specifica area del nostro business. Vedere il team svilupparsi e accrescere la produttività anche in un momento di crisi come quello mi ha fatto capire che ciò che ho sempre letto nei libri fosse vero: il fondamento del successo di un’azienda risiede nel lavoro di squadra”

PRISCILLA TSAI, CEO di COCOKIND :

“Bisognerebbe avere sempre un piano B, ma anche un piano C! Siamo sempre stati un’azienda in grado di adattarsi bene al cambiamento, ma quest’anno ci ha dimostrato che le circostanze potrebbero cambiare drasticamente anche nel corso di una sola notte, per questo dobbiamo essere più preparati in termini di piani di riserva”

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